sabato 18 maggio 2013

La compensazione

Durante un'immersione ci troveremo a dover fare i conti con la compensazione, ed è in funzione diretta con l'anatomia dell'orecchio.
L'orecchio medio è in pratica una cavità aerea posizionata dietro alla membrana timpanica che trova sbocco a livello del retrofaringe (la parte più interna della gola) attraverso le tube di Eustachio.
L'apparato uditivo risulta interessato dalle variazioni di pressione, in modo particolare nelle immersioni in apnea, durante le immersioni ed in particalare nelle prime uscite stagionali si verificano degli autentici dolori di tipo trafittivo a livello dell'orecchio interno.
Per riequilibrare la pressione interna con la pressione esterna tra le membrane timpaniche, possone essere utilizzati degli atti di deglutizione, o movimenti della mandibola, ma di solito è conveniente fare ricorso alla manovra di Valsalva (espirazione a bocca e naso chiusi).
Durante un'immersione già ad una profondità di 3 - 4 metri, ossia quando si raggiunge la pressione di 1,3 - 1,4 ata, si iniziano ad avvertire dei profondi dolori trafittivi all'orecchio in rapporto alla distensione (introfessione) della membrana timanica, già a questo livello bisogna iniziare a compensare perchè il dolore a livello dell'orecchio ci impedirebbe di proseguire l'immersione, anche perchè proseguire l'immersione senza compensare provocherebbe un rapido aumento del dolore, la presenza di ronzii e rumori.
Se durante l'immersioni non si rispettano queste regole si può andare incontro, una volta risaliti a dei casi di ipoacusie, alterazioni della membrana timpanica e talora con acufeni (ronzii, sibili), in casi rari sordità mprovvise e vertigini, ma solitamente sono situazioni passeggere che si risolvono in poco tempo.
Per compensare esistono delle manovre di compensazione:
manovra di Valsalva (espirazione forzata a naso chiuso), viene sovente definita come la compensazione dell'apneista neofita, perchè durante l'immersione dovremmo tenere una mano sul naso (mentre continueremo l'immersione con un solo braccio disteso) inoltre l'espirazione con il naso provoca un aumento di pressione a livello dell'orecchio interno che può essere pericoloso per la membrana, piuttosto durante le prime immersioni è opportuno rallentare la discesa appena si avvertono i primi dolori e compensare con calma.
Appare consigliabile anche se richiede un lungo periodo di allenamento la manovra di Marcante e Odaglia perchè non provoca alcun aumento di pressione a livello intrapolmonare, ne altri fenomeni conseguenti, difatti a naso chiuso si dovrà cercare di sollevare il laringe e fare pressione indietro ed in alto con il dorso della lingua.
Il risultato è che la chiusura della cavità nasali e la loro diminuzione di volume ad opera del velo palatino e della muscolatura del rinofaringe e quindi un aumento della pressione;
è comunque una manovra particolarmente efficace.
I vantaggi di questa manovra sono:
i muscoli interessati agiscono con un modico dispendio di energie, perchè si tratta di muscoli esigui, ridottissimi rispetto a quelli che interessano un atto espiratorio;
la pressione, che può essere non inferiore a quella data dal Valsalva, si sviluppa assieme ad un ingente contrazione locale, che culmina nella zona dove si aprono gli orifizi dei canali interessati, producendo cosi un contemporaneo effetto di movimento e di pressione.
L'apparato respiratorio non viene interessato e di conseguenza non provoca modificazioni nella circolazione sanguigna,  e può essere eseguita tanto in ispirazione che in espirazione.
L'aspetto negativo rispetto al Valsalva (che può essere mantenuto in funzione durante la discesa continua a trasmettere nel faringe le variazioni di pressione idrostatica).
Questa manovra, invece, che isola i polmoni, tenuta in funzione perchè mentre si scende in profondità, imprigiona nel faringe una pressione che da superiore passa ad eguale e poi inferiore a quella idrostatica.
Per questo motivo il Marcante-Odaglia và eseguito e subito sospeto in attesa di ripeterlo.

Naturalmente serve un'applicazione continua per otetnere dei risultati discreti.

Nelle manovre di compensazione, giocano un ruolo fondamentale le Tube di Eustachio e pertanto la loro pervietà ed integrità è indispensabile per effettuare delle immersioni, va da se che nelle prime uscite stagionali bisognerà avere una attenzione maggiore specie se durante l'inverno abbiamo avuto delle malattie da raffreddamento.

 La microcompensazione in risalita di norma è una manovra inconsueta e molto rara. Durante la riemersione del subacqueo la pressione esterna si riduce e la quantità d'aria raccolta all'interno dell'orecchio tenderà a causa della Legge di Boyle, a riespandersi, coiè ad aumentare di volume, transitando attraverso le tube di Eustachio, ma in direzione opposta a quanto accade durante la discesa.
Normalmente questa riespansione, unita alla differente pressione esistente tra orecchio medio e retro-faringe, è di per sè sufficiente a consentire la riapertura delle tube ed il conseguente passaggio d'aria.

In particolari situazioni, ad esempio dopo una serie di immersioni e risalite effettuate in acque fredde, si può assistere ad un fenomeno interessante, ed al tempo stesso dannoso per il sub, si forma a livello delle paretimucose delle tube, un sottile strato di muco che porta ad un fenomeno di "adesività" delle pareti tubariche l'una contro l'altra, causando la chiusura delle tube.
Questa chiusura al libero transito dell'aria, può provocare una sensazione di fastidio simile a quella avvertita in discesa, e pertanto mal d'orecchio anche in risalita.
La soluzione è quindi ricercare la compensazione, con il già descritto metodo Marcante Odaglia

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