sabato 27 aprile 2013

Principio di Archimede (perchè al mare è più facile galleggiare).

Un corpo immerso in un fluido in stato di quiete, riceve una spinta verso l'alto uguale al peso del fluido spostato.
Pertanto corpi con peso secifico elevato affondano, mentre corpi con peso specifico inferiore galleggiano.
Allo stesso modo se ci immergeremo in acqua, riceveremo una spinta verso l'alto, il basa al Principio d'Archimede.
L'acqua dolce ha un peso specifico uguale a 1,000, l'acqua marina a 1,026 per questo in mare si gode di maggiore galleggiabilità.
Il corpo umano ha un peso specifico superiore a quelll dell'acqua, ma dispone di organi interni pieni d'aria, (polmoni ed intestino), pertanto a polmoni pieni deve gallegiare, viceversa svuotando i polmoni dall'aria contenuta affonda.
Il volume dell'aria contenuta nei polmoni dell'apneista, in fase di discesa diminuisce secondo la legge di Boyle, rendendo il corpo più "pesante" e facilitando la sua immersione.
L'apneista deve tenere in grande considerazione questi fenomeni, normalmente si è "positivi" con peso specifico minore dell'acqua sino a -8 mt, poi superando tale quota, il volume dell'aria diminuisce rendendo il peso specifico del corpo umano superiore a quello dell'acqua e facilitando l'immersione.
Naturalmente dovremmotener conto della tuta in neoprene e dei pesi.

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